
Dunque, mentre gli ex compagni della "Cuneo" marciavano verso il loro destino, che li avrebbe portati a conoscere subito l'orrore della guerra nel settore di Val Cesilla/Monte Pertica (aspra cima battuta dalle artiglierie dove le linee contrapposte distavano più o meno 30 metri e dove i Fanti della Brigata "Massa Carrara" 251° e 252° Reggimento e 93° Reggimento "Messina" [cui diedero il cambio nella fredda notte fra il 7 e 8 dicembre] avevano retto all'urto della prima fase offensiva bloccando le Divisioni 55a ed Edelweiss Austriache) a Giuseppe per un indicibile colpo di fortuna invece fu concesso di ritardare per il momento il contatto con la Prima Linea, e con il 74°Reggimento (alle dipendenze della 47a Divisione) che del tutto decimato si stava ricostituendo dopo la Disfatta di Caporetto, si allontanò dalla zona del fronte raggiungendo l'abitato di Pozzoleone (VI) retrovia del Monte Grappa ed evitando quindi la cruenta Battaglia di Arresto.
"Nevica ed un nebbione biaccoso pesantissimo avvolge la montagna: a notte non si vede ad una distanza di un metro. [...] Come ieri i morti sono ancora là, tutti come sono caduti. Il cielo grigio basso, sopra la distesa di neve chiazzata di macchie sanguigne, annerita e variegata di giallo dalle esplosioni, balena di scoppi: un desolato e gelido inferno, un livido inferno senza alcuna pietà" - Giorgio Maria Sangiorgi
Sul Monte Grappa, il 21 Dicembre, poi finalmente si esaurisco definitivamente i contrattacchi Italiani e cessano definitivamente gli attacchi Austriaci. L'Asolone, il Col della Berretta ed il Col Caprile dopo un lotta terribile restano in mano Austriaca, la neve blocca ogni azione. Adesso ognuno combatte contro l'inverno. E fra il silenzio rotto dai consueti scoppi delle granate e dagli spari, i Fanti Italiani ed Austriaci tentano di migliorare e rendere più vivibili le posizioni in cui sono costretti a vivere e a morire. Passa anche il Natale, al quale non è concessa alcuna tregua. Gli scoppi delle granate e della fucileria per disturbare i lavori di tanto in tanto echeggiano come sempre. Sugli Altipiani e sul Piave, la follia della guerra poi continua a mietere vittime, infine il 26 l'offensiva si placa ovunque.
CON I FANTI DELLA "LOMBARDIA"
Nel gennaio del 1918 il neo ricostituito 74°Reggimento (Colonnello Benedicenti Carlo) è ancora in fase di riorganizzazione, ma verso la fine dello stesso mese, sempre alle dipendenze della 47a Divisione (Brigata Lombardia e Bologna), inquadrata nell'XXX Corpo d'Armata (4a Armata del Grappa), inizia a spostarsi verso nord in direzone di Bassano del Grappa. La destinazione è la linea ad est del Monte Grappa, che dopo la Battaglia si era stabilizzata sui Monti Solaroli.
Come è riportato nel Diario di Brigata: "Il 29 gennaio la Lombardia si trasferisce nel settore orientale del Grappa, alternando i suoi reparti nelle posizioni di prima linea fino alla fine di maggio".
Pino, assegnato alla 4a Compagnia del I° Battaglione comandato dal Maggiore Platania Giuseppe, restò in linea fino al 4 marzo 1918. La linea tentuta dalla Brigata andava da Ca' Tasson e saliva lungo la cresta dei Solaroli.
In quei primi giorni non vi furono scontri violenti come i precedenti, se non scaramucce e quello che era l'altro aspetto di quella guerra nei momenti di stallo: "Un lungo ozio senza un momento di riposo" dove non c'era mai da star tranquilli.
Infatti la relativa pace durò molto poco. Il 17 febbraio del '18 il fronte sul Grappa all'improvviso tornò a scuotersi. I Tedeschi tentarono una violenta azione contro il Monte Tomba (est dei Solaroli) che cadde e venne ripreso e di conseguenza tutto il settore fu coinvolto. Ci fu come per ogni azione un forte bombardamento ed i reparti Austriaci, in concomitanza con quelli Tedeschi, andarono all'assalto. In quei giorni disperati caddero due ufficiali del 74°, come annotato sul Diario di Brigata e senz'altro vi furono molti caduti anche fra i soldati.
Cagnina Alessandro - Sottotenente di complemento di Caltanissetta - caduto a q. 1413 di Monte Grappa - 17/02/1918
Ioani Pietro - Aspirante Ufficiale di Vernazza - caduto a q. 1413 di Monte Grappa - 17/02/1918
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Fra il 30 gennaio e il 30 maggio il 74° lamentò 3 ufficiali morti ed 1 ferito.
Invece fra la truppa vi furono 24 morti, 90 feriti e 8 dispersi, molti dei quali proprio di quei giorni di febbraio.
Qui di seguito alcuni di loro:
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Soldato - Ventuni Anselmo - caduto il 21/02/18
Soldato - Panarotti Agide - caduto il 17/02/18
Caporale - Gheri Giovacchino - caduto il 22/02/18
Caporale - Cordiviola Achille - caduto il 18/02/18
Soldato - Buttigliero Giovanni Battista - caduto il 24/02/18
Soldato - Caceffo Valentino - caduto il 26/02/18
Soldato - Berretti Riccardo - caduto il 17/02/18 coetaneo di Giuseppe in quanto del Comune di Borgo San Lorenzo
Soldato - Tartaglia Giovanni - morto il 21/02/18 nell'Ospedaletto da Campo n. 38 a causa delle ferite
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Questi sono i nomi dei caduti noti del 74° che riposano nell'Ossario del Grappa e che sono caduti nella stessa azione di febbraio durata, come si vede, diversi giorni. Degli altri se ne è persa ogni traccia e non sapremo mai quali fossero i loro nomi. Di certo sono finiti fra i 10.332 ignoti.
Dopo questi scontri che furono piuttosto violenti e che furono probabilmente la prima esperienza di Pino con la guerra (quella guerra, terribile carneficina, che da ormai tre anni interminabili mieteva giovani vite senza sosta. Senza alcuna pietà.) finalmente il 4 marzo, dopo un turno al fronte durato circa un mese e dove aveva alternato i suoi reparti in Prima Linea, alla Brigata venne concesso di scendere a riposo verso i paesi di Mussolente, Contrada Spin e Oné, dove dislocò il 73° e 74°Reggimento.
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Finalmente i suoni del fronte erano lontani, finalmente si poteva vivere fuori da quelle rozze trincee, lontani dagli spari, lontani per un po' dalla paura. Infatti a quel tempo Giuseppe trovò il tempo di scrivere a casa ed in particolare a sua sorella Assunta, la sua unica cartolina in data 9 Aprile 1918; ovvero quattro / cinque giorni prima che il Reggimento fosse nuovamente mandato al fronte, di nuovo destinato al settore dei Solaroli.
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Non si sa in quale periodo, presumo prima che giungesse al fronte nel novembre del '17, gli fu concessa anche una licenza e tornò a casa a Vitigliano. Tant'è che suo fratello Giulio (nato il 30 agosto 1912), che all'epoca aveva 7 anni ricordava e raccontava di quando Pino, appena tornato, aiutò lo Zio Galante e Raffaello (loro padre, detto il Rosso) a mettere il giogo a due animali che non volevano lavorare. Giulio, con gli occhi di un bambino, si ricordava di suo fratello come un ragazzone robusto. "Un omone grande" diceva lui e raccontava sempre che per calmare i due animali li afferrò con forza dicendo: “vedrai che si gli fa tirare anche i cottro!”.
In poco tempo, ci riuscì, da quel che raccontava l'allora piccolo Giulio, che quando mi narrava questo aveva più di 90 anni. Era una storia che mi facevo sempre raccontare volentieri.
Quella licenza con probabilità, per Pino fu l'ultima occasione per vedere i suoi cari e questa cartolina forse l'ultimo contatto con loro. I suoi familiari comunque sapevano che Giuseppe si trovava sul Monte Grappa. Glielo aveva detto lui e potrebbe essere che la licenza la ebbe proprio in quel periodo che la Brigata era a riposo.
In ogni caso, il 14 aprile 1918, Pino era nuovamente sul fronte del Grappa. Settore di Monte Solarolo.
Ancora una volta la vita di trincea. Di nuovo la paura. Di nuovo l'orrore.
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I reparti alternandosi nelle prime e seconde linee trascorsero il mese di Aprile in una relativa calma. Invece il 10 maggio il fronte tornò ad agitarsi, infatti quel giorno fu svolta un'azione contro il Pertica e il Col dell'Orso, rompendo la quiete ed innescando altre scaramucce.
Il 21 maggio è annotato che cadde un Ufficiale sul Monte Meata (seconde linee) tale Vicinanza Arturo di Gragnano, ma in quei giorni ci furono anche altri caduti del 74° sul fronte dei Solaroli. Non ci sono notizie riguardo ad azioni importanti in quel periodo e sul diaro della "Lombardia" non è annotato niente. Fa venire in mente "Niente di nuovo sul fronte occidentale". Poche vite spezzate non erano neanche menzionate, era la normalità.
Qui di seguito alcuno Fanti del 74° caduti in quei giorni.
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Garofalo Giuseppe - 20 maggio 1918
Giordani Pietro - 25 maggio 1918 - Monte Grappa
Nap Francesco - 20 maggio 1918
Pischedda Angelo - 20 maggio 1918 - Monte Solarolo
Sini Giuseppe - 26 maggio 1918
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Alla fine di Maggio si parla di nuovo di un periodo di riposo nelle immediate retrovie, benché i movimenti al di là dei reticolati siano sospetti e si tema una nuova offensiva. L'inverno ormai concluso, infatti, permetterà ai Comandi Austro-Tedeschi di preparare e mettere in atto un altro tentativo, che sarà anche l'ultimo tentativo degli Imperi Centrali di sfondare il fronte a sud, sacrificando le vite dei loro soldati sfiniti. Ormai le risorse per l'Impero Austro-Ungarico erano quasi esurite. I soldati non potevano neanche più contare su un rancio capace di sostenerli adeguatamente.
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Il 29 maggio arriva il sospirato cambio. Di nuovo si scende a riposo. Ci si lascia l'inferno alle spalle.
Dal 30 maggio al 16 giugno circa, la Lombardia si trova ad Altivole - Trevignano, nei pressi di Montebelluna / Caerano.
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IL MONTELLO
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Dopo quasi un mese passato al fronte ai primi di giugno, il 74° lasciata la prima linea e scende ad Altivole, nel Trevigiano, paesino poco più a sud di Caerano San Marco, più o meno a 11 km di distanza dal fronte del Montello, dove la Brigata si ferma per ricevere nuovi rincalzi e per far riposare i soldati.
Il 74° sarebbe forse tornato sul fronte del Grappa entro poche settimane, ma dopo pochi giorni di serenità la speranza di tutti di poter restare ad Altivole lontani dal fronte ancora per un po' s'infrange all'alba del 15 giugno 1918 (quasi un anno esatto da quando Pino venne richiamato alle armi).
Il Montello, il "Carso Verde", quella notte è avvolto da una fitta nebbia quando alle 3 della mattina con un feroce fuoco d'artiglieria, come accadeva sempre prima di una grande azione, iniziava l'Offensiva Austro-Tedesca “operazione Radetzky" che è passata alla storia con il nome di Battaglia del Solstizio o Seconda Battaglia del Piave.
Dalle 5:45 alle 6:20 viene accorciato il tiro delle artiglierie che ora battono la 1a linea Italiana con granate anche a gas e fumogeni che permettono ai reparti Austriaci della 31a Divisine, della 13a Divisione Schützen e della 17a Divisione di oltrepassare il Piave riuscendo a sopraffare i superstiti delle Brigate "Tevere" e "Lucca".
Già alle 10 di mattina, aiutati anche dalla fitta nebbia, i reparti Austriaci si sono infiltrati tanto da superare la 2a linea Italiana sul Montello, giungendo fino a Giavera e riuscendo anche ad entrane a Nervesa. La situazione è critica. Alcuni reparti e batterie Italiane si trovarono all'improvviso le truppe Imperiali alle spalle. Poi a sera, con un sacrificio immenso, l'avanzata Austriaca viene contenuta. Si accendono violenti scontri ovunque.
Il 17 giugno l'artiglieria Italiana riesce a colpire i ponti di barche sul Piave e gli Austriaci rimangono isolati nella parte nord del Montello. Vista la situazione i Comandi Italiani decidono di sfruttarne il momento organizzando una controffensiva per il giorno 19.
La "Lombardia" è dunque richiamata in tutta fretta:
"il 17 giugno, mentre è in corso la battaglia del Piave (15-24 giugno), si porta sul Montello" come indica il diario di brigata.
Infatti, all'alba del 18 giugno il 73°Reggimento è già nelle immediate retrovie e di li a poco arriverà l'intera 47a Divisione con il 74° Fanteria e la Brigata "Bologna" (39° e 40° Reggimento) alle dipendenze dell'XXX Corpo d'Armata.
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Il 19 Giugno 1918, il 74° Fanteria, senza il supporto dell'artiglieria fu mandato in contro alle trincee Austriache nella località "Casa Serena" tenute dagli Ussari Ungheresi della brigata Heinlein. La zona era disseminate da nidi di mitragliatrice.
Alle 13:00, Pino con i Fanti del 74°Reggimento, fu mandato allo sbaraglio: "era del tutto mancato il tempo necessario a un orientamento sul terreno e a una presa di contatto con i reparti già schierati, con gravi conseguenze ed errori nella individuazione delle località e di posizioni". La lotta fu terribile e le truppe Italiane urtarono contro una resistenza accanita, che impedì di fare qualche progresso.
Fallito l'attacco dove la Brigata Lombardia subì numerose perdite, alle 20 con l'ordine tassativo e "minaccioso di gravissimi provvedimenti", fu ripetuto nuovamente il tentativo di prendere "Casa Serena".
Proprio in queste terribili giornate, e in uno di questi due assalti, il 19 giugno 1918 Pino lasciò la sua vita.
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"Nelle due giornate (19 e 20) di azione la Lombardia ha avuto oltre 1500 uomini fuori combattimento dei quali 49 ufficiali"
- dal Diario di Brigata.
Bollettino del 20 giugno (mattino), riferendosi alle operazioni del 19 riportava: "Sul Montello e lungo il Piave la battaglia continua aspra e senza tregua. Nella serata di ieri abbiamo ricacciato il nemico a nord della ferrovia di Montebelluna e fatto indietreggiare alquanto il suo intero fronte di attacco verso il saliente nord -est del Montello, catturando 1226 prigionieri e numerose mitragliatrici".
Dopo la morte di Pino, la battaglia durerà ancora feroce per quattro giorni, poi i reparti Austriaci saranno costretti a ripassare il Piave. E' il preludio ed il segno che ormai gli Imperi Centrali sono stremati, la fine della guerra è vicina.
Le perdite Italiane alla fine della battaglia, fra morti, feriti e dispersi furono di 90.000 uomini, quelle Austro-Ungariche furono ancora più elevate: 150.000 uomini.
E' indicato nel diario di Brigata che il 74° ebbe 7 Ufficiali morti e 22 feriti. Di truppa invece 239 morti, 532 feriti, 298 dispersi.
Oggi Giuseppe dovrebbe riposare nell'Ossario del Montello che accoglie le spoglie di 9.325 caduti Italiani dei quali 6.099 noti e 3.226 ignoti precedentemente sepolti in circa cento cimiteri sparsi lungo l'alto Piave.
Benché nell'Albo d'Oro Giuseppe non risulti fra i dispersi, nel sacrario non c'è il suo nome. Probabilmente fu disperso durante la traslazione nel sacrario ultimato negli anni '30.
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A casa dopo la sua morte mandarono due medaglie e un foglio che ne attestava la morte. Sua sorella Assunta raccontava di averlo sognato e nel sogno le diceva che non sarebbe mai più tornato, questo prima ancora che le fosse comunicata la sua scomparsa.
Di lui alla famiglia non è rimasto che il vuoto, la sua foto, una cartolina, qualche ricordo diretto di mio Nonno e la voglia di non dimenticarlo. Motivo che ci ha sempre spinti a cercare qualche notizia su di lui.
Questa piccola ricostruzione infatti è in realtà un lavoro di ricerca durato molti anni.
Ringrazio il Nonno Giulio che mi ha passato una memoria diretta di lui e ringrazio anche Ezio Ragnes di Livinallongo del Col di Lana, che con passione e gentilezza mi diede una mano ad ottenere le prime notizie presenti nell'Albo d'Oro e che pochi anni fa erano difficili da ottenere per una ragazzina di 16 anni. Oggi, sul web, grazie al lavoro di molti appassionati, invece sono notizie piuttosto facili da trovare, anche se spesso ci sono errori clamorosi fra le pagine dell'Albo d'Oro ed è sempre meglio contattare l'Onorcaduti di Roma o consultare il foglio matricolare della persona interessata, se è possibile.
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Negli anni '60, mia Madre (Giusi Gramigni) cercando notizie di lui con un annuncio su Famiglia Cristiana ebbe delle risposte addirittura da qualche commilitone di Giuseppe. Queste lettere dimenticate per anni sono saltate fuori dopo la mia ricerca. Eccone due:
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"14/12/1968
Signora, ho letto su F. C. del suo desiderio di conoscere dove è sepolto suo Zio caduto sul Montello nel giugno 1918. Le mando 3 cartoline che le interesserano. Penso che scrivendo all'Ente Ossario di Nervesa della Battaglia dove sono sepolti i caduti della Grande Guerra 1915- 1918 potrà avere maggiori notizie. Le consiglio di farscriverea detto ? dell'Associazione Combattenti e Reduci di costì. Dovrebbe essere sepolto lì.
- Nervesa (sul Montello - prov. di Treviso) è un posto interessante da vedere, magari con un'occasione di ex combattenti, e interessante è il monumento - Ossario dei caduti, per i loro parenti
Un ragazzo del '99 reduce"
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"17/12/68
Signorina, su famiglia cristiana trovai il suo annuncio e così mi premuro per dargli qualche indizzio che a lei puòinteressare.
Ma prima gli dirò che pure io appartenei al 74° fanteria, ma nella 7a Compagnia e quindi non ho conosciuto suo zio, ma però anche io dal 18 al 24 giugno 1918 ho partecipato alla battaglia del montello e per fortuna soltanto una pietra alla schiena che in pochi giorni tutto passò. Ecco gli indirizzi dei amici miei che pure loro furono sul Montello e che quest'estate dopo 50 anni ci siamo ritrovati a Bologna.
Bartolazzo ?
Perini Antonio ?
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Ma però gli dico che la 54a compagnia non esisteva. Forse compagnia mitraglieri?
Perché il reggimento era composto dalla 1 compagnia alla 9 cioé nove compagnie.
Vostro zio forse può trovarlo nell'Ossario del Montello ove io andai parecchie volte.
Non posso aggiungere altro.
Saluti Mario ?"
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Grazie a chi ha speso un po' del suo tempo in questa lettura.
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Elisa Fiorelli
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Fonti:
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- Archivio della Famiglia Gramigni
- Archivio di Stato di Firenze
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- Diario Storico della Brigata "Lombardia"
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- Diario Storico della Brigata "Cuneo"
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- Bollettini del Regio Comando Supremo (1915-1918)
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- Albo d'Oro regione Toscana
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-L'Invasione del Grappa (Enrico Acervi / Heinz Von Lichem / Alessandro Massignani / Marcello Maltauro: Gino Rossato Editore)
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- La Grande Guerra sul Montello (di Meregalli Carlo: Tassotti Editore)
Giuseppe "Pino" Gramigni
DI RAFFAELLO
Nato a Vitigliano (Frazione di Vicchio - FI) il 5 Dicembre 1899 da Raffaello Gramigni e Maria Bellini, in una famiglia contadina, aveva imparato a scrivere un po' da solo, non potendo andare a scuola.
Suo fratello Giulio Gramigni (mio nonno nato nel 1912) si ricordava di lui che la sera al lume di una candela provava a scrivere e a leggere.
Fu iscritto alla leva il 5 maggio del 1917 e richiamato alle armi il 12 giugno, quando aveva ancora 17 anni. Gli fu assegnata la Matricola 26439 e sul foglio matricolare, oggi nell'Archivio di Stato di Firenze, è annotato:
Altezza: 1,61
Torace: 0,87
Capelli: Castani lisci
Occhi: Castani
Carnagione: Rosea
Dentatura: Sana
Sa scrivere: No
Sa leggere: No
Professione: Barrocciaio
Il 21 giugno 1917, quando ancora infuriava la guerra sull'insanguinato Carso fu inviato a Milano dove fu assegnato al 7°Reggimento Fanteria "Cuneo" che aveva sede li, mentre ovviamente i reggimenti veri e propri erano al fronte, a quel tempo sulle alture Carsiche del San Gabriele e del San Marco, ad ovest di Gorizia.
Non si sa altro di quei mesi passati a Milano e forse qualche volta fu mandato in Licenza a casa.
Così Pino fu inviato, nonostante i suoi 17 anni, a riempire le fila dell'esercito che aveva subito perdite gigantesche (alcuni reggimenti furono addirittura ricostituiti interamente) nel momento delicato e caotico in cui gli Austro-Tedeschi avanzavano ancora; Feltre fu abbandonata dai reparti Italiani solo due giorni prima del suo arrivo al Fronte e proprio in quei giorni iniziava la Battaglia di Arresto che sarebbe divampata il 14 novembre sul Massiccio del Grappa e sul Piave durante l'ultimo grande attacco Austro-Tedesco del 1917 e che durò fino al 26 Dicembre di quell'anno.
In quel clima di confusione, dopo un breve periodo di riorganizzazione, la Brigata "Cuneo" si spostò a Careano San Marco, nei pressi di Montebelluna, immediata retrovia del Montello, dove restò fino al 22 novembre. Li i suoni terribili del fronte arrivavano sicuramente ben chiari nello svolgersi della Battaglia che infuriava terribile sul Massiccio del Grappa ad ovest, davanti verso Vidor e sul Montello ad est fino al Mare. Tuttavia, Pino non seguì la sorte del 7°Reggimento Fanteria (di li a poco destinato al fronte nel settore di Monte Asolone - Monte Pertica sul Massiccio del Grappa) in quanto nel foglio matricolare è annotato che il 18 Novembre Giuseppe risulta assegnato al 74°Reggimento Fanteria "Lombardia". Non è chiaro il momento in cui avvenne il passaggio al 74°.
La Brigata "Lombardia", quasi del tutto annientata, in quei giorni era in stato di riorganizzazione nei pressi di Castelfranco (TV) dove aveva forse incrociato la Brigata "Cuneo" proveniente da Camposapiero e diretta verso Nord a Careano San Marco [dove venne inquadrata nella 66a Divisione (in quei giorni: Brigata "Cuneo" e "Abruzzi") e passata alle dipendenze dalla 4a Armata del Cadore, il giorno 22, si sarebbe spinta poi verso le pendici del Grappa per raggiungere il VI Corpo d'Armata impegnato nel settore di Col della Berretta - Monte Asolone - Monte Pertica e quindi restare nelle immediate seconde linee come rincalzo in caso di necessità.]


L'ARRIVO AL FRONTE
Arrivò con il treno probabilmente fino a Padova e nei giorni seguenti, lui ed i suoi compagni raggiunsero nei pressi di Rustega / Camposanpiero la Brigata "Cuneo" (e quindi il 7° Regg.to Fanteria) stremata dalla ritirata dal Carso e da una prima resistenza sul fiume Tagliamento dove aveva perduto in tutto 1600 ragazzi tra morti e dispersi, ma che era ancora forte di 3000 soldati e 114 ufficiali e che adesso poteva contare anche sui giovanissimi rincalzi del'99.
Dicembre 1917- Fanti Italiani nel settore di Monte Pertica

Fanti Austriaci dell'IR 14° "Hessen" di Linz in linea su Col della Berretta nel Novembre/Dicembre del '17. Dietro, nella didascalia, viene riportato anche il nome di Cismon del Grappa.



“ Zona di Guerra, a dì + 9 Aprile 1918 +
Carissima Sorella, mi scuserai del mio ritardo, ma oggi, vengo a darti le mie notizie, come sperate sono buone e come voglio sperare che sia così mille volte anche di te e di tutta la famiglia. Dunque non mi resta che salutarti di buon core te e tutta la famiglia e mi firmo tuo fratello
Giuseppe Gramigni"

Trincea sul Monfenera - Massiccio del Grappa

La dorsale dei Monti Solaroli durante la guerra - Archivio Dal Molin

09/08/1918. Artiglieri Austriaci del 3°Reggimento Artiglieria da Montagna di Graz (k.u.k Gebirgsartillerieregiment Nr.3, kanonenbatterie Nr.1) sul Grappa

Trincea Italiana sul Montello il 17 giugno 1918




Nervesa durante la Battaglia del Solstizio - giugno 1918
Casa Serena in una foto recente
La strada nel bosco che portava alla casa di Vitigliano - Vicchio (FI)
All'ombra del drammatico disastro dell'ottobre 1917, ovvero Caporetto, partì da Milano e giunse "in territorio dichiarato in istato di guerra" lunedì 12 novembre 1917, giorno in cui iniziava la resistenza sul Grappa.

Cannoni del Sacrario di Nervesa